Come si smaltisce l'amianto?

Ti sei mai chiesto come si smaltisce l'amianto?

Partiamo da una vecchia lastra di eternit sul tetto di casa: installata negli anni ’60, nel pieno boom dell’Eternit, oggi sta dando segni di cedimento. Il proprietario si è deciso: è ora di smaltirla.

Cosa avviene da questo momento in poi? Quali sono le fasi dello smaltimento? Lo raccontiamo in questo articolo!

Il viaggio di una lastra di eternit dal tetto alla discarica

1. Il contatto con la ditta giusta

Il proprietario contatta un’impresa specializzata e autorizzata nello smaltimento di amianto, verificando l’iscrizione alla Categoria 10A o 10B dell’Albo Gestori Ambientali.

Questo punto è molto importante. Infatti, solo le aziende specializzate hanno le competenze tecniche, l’esperienza e le attrezzature necessarie per gestire l’amianto in modo sicuro e conforme alla legge.

L’azienda scelta è particolarmente preparata: infatti, oltre alle certificazioni tecniche, metterà a disposizione un team legale per assistere il cliente nell’accesso agli incentivi statali per lo smaltimento dell’amianto.

Un amico ha suggerito al proprietario dell'immobile di rimuovere l'amianto con il fai da te per risparmiare, ma quest'ultimo ha rifiutato: si tratta infatti di un’operazione pericolosa per la salute e quasi sempre illegale, anche se le quantità di amianto sono minime.

2. Il Piano di Lavoro

Una volta presa in carico la commessa, l’azienda fa una ispezione in loco per raccogliere le informazioni necessarie per preparare il Piano di Lavoro.

Questo documento descrive nel dettaglio come verrà eseguito l’intervento, quali misure di sicurezza verranno adottate per proteggere i lavoratori e in che modo si eviterà la dispersione di fibre pericolose nell’ambiente.

Una volta completato, sarà inviato all’ASL competente sul territorio almeno 30 giorni prima dell’avvio delle operazioni.

3. La protezione

Finalmente arriva il grande giorno della rimozione della lastra in eternit!

I lavoratori giungono in loco e indossano i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) specifici per ridurre al minimo il rischio di esposizione. Tra questi troviamo guanti, tute monouso di categoria III tipo 4-5 con cappuccio e cuciture nastrate, calzature impermeabili e resistenti, e soprattutto adeguati sistemi di protezione respiratoria, come maschere FFP3 o respiratori a pieno facciale con filtri P3.

Dato che il lavoro si svolge su un tetto, a questi si aggiunge l’uso di Dispositivi di Protezione Collettiva (DPC) come reti anticaduta e linee vita.

Tutte queste protezioni celano completamente i volti e i corpi dei professionisti per evitare ogni possibile contatto con le fibre di amianto. Visti da fuori sembrano un gruppo di astronauti: un effetto suggestivo! Tuttavia, anche solo osservarli da vicino potrebbe essere pericoloso. Per questo l’area di lavoro viene isolata.

4. L’isolamento

Tutta la zona dei lavori viene confinata e messa in sicurezza per impedire la diffusione di fibre pericolose nell’ambiente esterno.

Il confinamento può essere statico o dinamico.

Nel caso del confinamento statico, l’area viene fisicamente isolata con teli di polietilene, nastro adesivo e poliuretano espanso, creando una camera ermetica che non lascia passare aria e fibre pericolose all’esterno.

Il confinamento dinamico prevede l’utilizzo di sistemi di aspirazione per garantire che eventuali particelle non fuggano dall’area controllata.

5. La rimozione

Prima della rimozione, i lavoratori umidificano l’eternit per ridurre il rischio di rilascio di fibre nell’aria. Poi la lastra viene finalmente sollevata dal tetto e spostata. In questa fase gli operai lavorano con molta cautela, in modo da evitare qualsiasi taglio o rottura del materiale.

6. L’imballaggio

I lavoratori hanno finalmente rimosso la lastra, che viene immediatamente imballata in modo sicuro e conforme alla normativa.

L’imballaggio avviene utilizzando un doppio contenitore: un primo sacco impermeabile con spessore minimo di 0,15 mm e un secondo involucro esterno, che può essere un altro sacco resistente o un fusto rigido. Ogni confezione deve essere chiusa, sigillata ed etichettata, indicando chiaramente la presenza di amianto.

I sacchi non vengono mai riempiti oltre i due terzi della loro capacità, così da garantire una manipolazione sicura durante il trasporto.

I materiali taglienti o appuntiti vengono imballati separatamente per evitare che danneggino i contenitori.

7. La decontaminazione

Messo in sicurezza l’amianto, gli operai procedono quindi alla decontaminazione. Questo passaggio è fondamentale per evitare che le fibre si diffondano al di fuori dell’area di lavoro.

Le attrezzature utilizzate devono anch’esse essere accuratamente pulite o smaltite se monouso. Gli operai entrano nell’Unità di Decontaminazione del Personale (UDP), una cabina composta da zone separate per la vestizione, la svestizione e la doccia.

Durante e dopo l’intervento, viene effettuato un monitoraggio ambientale per controllare la presenza di fibre aerodisperse.

Una volta terminati i lavori, l’area bonificata viene sottoposta a ispezione da parte dell’ASL competente, che rilascerà una certificazione attestante la sicurezza dello spazio finalmente privo di amianto.

8. Il trasporto

Il trasporto della lastra di eternit viene effettuato da un’azienda iscritta alla Categoria 5 dell’Albo Gestori Ambientali, con mezzi idonei e personale formato, nel pieno rispetto della normativa di riferimento, che comprende il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Testo Unico Ambientale), l’Accordo ADR (Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada) e l’articolo 168 del Codice della Strada.

Prima del caricamento, i lavoratori specializzati si assicurano che i rifiuti contenenti amianto siano:

  • Imballati correttamente.
  • Etichettati chiaramente, con segnali di pericolo e la presenza di amianto.
  • Identificati da un’etichetta gialla con la lettera “R” nera (15x15 cm) sui colli.
  • Segnalati da un’identica targa metallica (40x40 cm) sul retro del veicolo.

Alla fine delle operazioni, viene messo un telo umido sopra i sacchi per ridurre ancora di più le possibilità di contaminazione. Ora il mezzo, idoneo al trasporto di merci pericolose e dotato di tutte le autorizzazioni specifiche, è pronto a partire in direzione della discarica.

Durante il viaggio viene compilato il Formulario di Identificazione Rifiuti (FIR) in quattro copie, per garantire la tracciabilità dei rifiuti durante tutto il precorso.

9. Lo smaltimento

Lo step finale è lo smaltimento vero e proprio, che avviene in discariche autorizzate, nel pieno rispetto del Decreto Ministeriale 3 agosto 2005 e del Decreto Ministeriale 27 settembre 2010.

I rifiuti contenenti amianto sono considerati rifiuti speciali, e se friabili, rifiuti speciali pericolosi, classificati con specifici codici CER:

  • 17 06 01* per amianto friabile.
  • 17 06 05 per amianto compatto.

I rifiuti pericolosi vengono quindi raccolti dal personale della discarica e trattati in varie maniere a seconda dei casi:

  • Incapsulamento
  • Stabilizzazione/solidificazione
  • Modifica della struttura cristallochimica
  • Litificazione o vetrificazione

Domande frequenti sullo smaltimento dell’amianto

Come si smaltisce l’amianto?

Lo smaltimento dell’amianto è un processo complesso che richiede l’intervento di imprese specializzate e autorizzate. Le fasi principali sono: contatto con la ditta, redazione del Piano di Lavoro, protezione dei lavoratori, isolamento dell’area, rimozione, imballaggio, decontaminazione, trasporto e smaltimento in discarica autorizzata.

Posso rimuovere l’amianto da solo?

Solo le imprese iscritte alla Categoria 10A o 10B dell’Albo Gestori Ambientali possono legalmente effettuare lavori di rimozione amianto. Il fai da te è pericoloso per la salute e quasi sempre illegale, anche se si tratta di piccole quantità.

Come scelgo la ditta giusta per lo smaltimento dell’amianto?

Verifica che l’azienda sia iscritta all’Albo Gestori Ambientali (Categoria 10A o 10B). Le ditte qualificate hanno competenze tecniche, esperienza e attrezzature per eseguire gli interventi in sicurezza. Le aziende più professionali offrono anche supporto legale per l’accesso a incentivi statali.

Cos’è il Piano di Lavoro per la rimozione dell’amianto?

È un documento obbligatorio che descrive come verrà effettuato l’intervento, le misure di sicurezza adottate e le precauzioni per evitare la dispersione di fibre. Deve essere inviato all’ASL almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori.

Quali protezioni per rimuovere l’amianto?

Gli operatori utilizzano Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) come tute monouso di categoria III, maschere FFP3 o respiratori a pieno facciale, guanti, calzature impermeabili, oltre a Dispositivi di Protezione Collettiva (DPC) come linee vita e reti anticaduta quando lavorano in quota.

Come viene isolata l’area di lavoro nelle fasi di smaltimento dell’amianto?

L’area può essere isolata in due modi:

  • Confinamento statico: utilizzo di teli e nastri per creare una zona ermetica.
  • Confinamento dinamico: utilizzo di aspiratori che impediscono la fuoriuscita di fibre nell’aria.

Come avviene la rimozione dell’amianto?

Le lastre vengono umidificate per ridurre il rilascio di fibre, quindi rimosse con cura per evitare rotture. È un’operazione delicata che viene eseguita con molta attenzione.

In che modo viene imballato l’amianto rimosso?

L’amianto viene imballato in doppi contenitori: un sacco interno impermeabile (min. 0,15 mm) e un secondo involucro esterno (sacco resistente o fusto rigido). L’imballaggio è etichettato e non deve mai essere riempito oltre i 2/3.

Cosa succede dopo la rimozione dell’amianto?

Si procede alla decontaminazione degli operai e delle attrezzature, tramite Unità di Decontaminazione Personale (UDP). L’area viene monitorata e ispezionata dall’ASL che rilascia un certificato di bonifica.

Chi si occupa del trasporto dell’amianto?

Il trasporto deve essere effettuato da aziende iscritte alla Categoria 5 dell’Albo Gestori Ambientali, con mezzi autorizzati al trasporto di rifiuti pericolosi. I colli devono essere etichettati con la lettera “R” e accompagnati dal Formulario di Identificazione Rifiuti (FIR).

Dove viene smaltito l’amianto?

In discariche autorizzate, secondo il DM 3 agosto 2005 e il DM 27 settembre 2010. A seconda della tipologia (friabile o compatto), l’amianto viene classificato con codice CER 17 06 01* o 17 06 05 e trattato per renderlo sicuro per la salute.

La conclusione di un lungo percorso

Smaltire correttamente l’amianto non è solo un obbligo di legge, ma un gesto di responsabilità verso la propria salute, quella degli altri e l’ambiente. Come abbiamo visto, ogni fase, dalla scelta dell’impresa alla rimozione, dal trasporto fino alla discarica, richiede competenza, attenzione e rispetto delle norme. Affidarsi a professionisti autorizzati è fondamentale per garantire un intervento sicuro e a norma.

Se hai ancora dubbi o devi affrontare la rimozione di eternit da un immobile, chiedi a Cavagnis Coperture: siamo un’azienda certificata che da oltre 40 anni si occupa di smaltimento di amianto.

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